Rieducazione Del Ginocchio Dopo Operazione Di Ricostruzione LCA – La Mia Esperienza

Titolo: Rieducazione Del Ginocchio Dopo Operazione Di Ricostruzione LCA – La Mia Esperienza

Autore: Piero Maina

Conteggio Parole: 2.399

Riprendiamo con questo articolo da dove ci eravamo lasciati  e cioè dopo l’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA). Argomento che è stato trattato ampiamente in questo mio precedente articolo. (Clicca qui per l’articolo)

L’ articolo in questione racconta maggiormente come si è svolta l’operazione di ricostruzione dell’ LCA che nel mio caso ha interessato anche la regolarizzazione del menisco mediale sinistro nel corno posteriore e ho parlato anche del primo approccio rieducativo che ho effettuato presso la casa di cura Villa Stuart di Roma. Oggi siamo quasi a cinque mesi dall’intervento e le cose vanno senz’altro meglio anche se durante il periodo trascorso dalla pubblicazione del precedente articolo ad oggi ho avuto altri incidenti di percorso e infortuni che hanno reso le cose già di per se non troppo semplici, ancora più complicate. Ci eravamo lasciati in trentesima giornata circa, per differenza quindi abbiamo cento giorni di rieducazione da prendere in esame, premettendo come mio solito che ogni fisico e persona reagisce in maniera diversa, oltre allo stato di forma che uno possiede, l’età e l’impegno dedicato. Ma guardiamo la MIA esperienza.

I primi trenta giorni nella rieducazione attiva, sono stati maggiormente spesi sugli esercizi isometrici, tesi soprattutto ad “asciugare” il ginocchio, a recuperare l’estensione che è molto più importante del piegamento. Sono senz’altro importanti tutt’e due, ma mentre il piegamento potrà essere recuperato nel tempo gradualmente, se avremo un deficit in estensione, ne risentiremo maggiormente nella nostra deambulazione.  Oltre agli esercizi isometrici da sdraiato con cavigliera da 1Kg/2 Kg, (che nel tempo diventeranno 4 Kg/5 Kg) abbiamo cominciato ad introdurre la camminata lenta su tapis roulant. Molto importante in questo caso è imparare nuovamente ad appoggiare correttamente il piede sul terreno che per forza di cose, non sarà proprio corretto. Ci sarà un atteggiamento difensivo, sia per il dolore che per la paura, oltre ad una effettiva incapacità dovuta anche ad un cambiamento nella propriocettività e ad una vera e propria fatica a distendere la gamba infortunata. Pertanto lo scopo era di imparare nuovamente ad appoggiare il tallone della gamba operata  sul terreno e farlo “rullare” fino alla punta. Questo processo che all’inizio risulterà a seconda dei casi un po’ scomodo, diverrà via, via più naturale. Di solito entro il secondo mese dall’intervento, si abbandona la rieducazione motoria in acqua/piscina, ma nel mio caso ho protratto per due volte a settimana il lavoro in acqua fino a fine Aprile e quindi a oltre tre mesi dall’operazione. Il mio ortopedico, Dr. Prof.  Attilio Rota, primario del reparto ortopedia dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, ha voluto un protocollo più conservativo e che premiasse maggiormente il recupero nella mobilità e flessibilità, piuttosto che della massa muscolare e della forza. Lui ha sempre sostenuto che muscolarmente ero avanti con i tempi, a discapito della mobilità. Ha sempre detto, con ragione, che una volta a posto con l’articolazione, sviluppare nuovamente la massa muscolare avrebbe richiesto tempi corti e con meno rischio di compromettere sia lo stato di salute che delle “performances” del ginocchio stesso. Quindi ho passato i tre mesi, (Febbraio, Marzo e Aprile) a Villa Stuart suddividendo i cinque giorni in tre giorni di lavoro a secco in palestra e due giorni in piscina per mobilità a gravità ridotta.

Vediamo meglio in cosa consisteva il mio protocollo a secco, che non è praticamente mai cambiato, se non per l’intensità degli esercizi e anche del carico e magari nell’ultimo mese, si è abbandonata maggiormente l’isometria per far posto al potenziamento e alla propriocettività.

Quindi, dal secondo mese, arrivavo in palestra e cominciavo con 15/20 minuti sulla cyclette della Technogym con freno che nei primi giorni lasciavo a 1 e poi nel tempo ho portato anche a 12 su una scala che arriva a 25. Come ho già scritto qui non dobbiamo lavorare come se gli arti fossero sani e pertanto la potenza sviluppata in watt non sarà elevatissima. Nelle prime sedute sviluppavo da 30 a 70 watt e nelle ultime sedute di fine aprile ho superato i 220 watt, per brevi periodi, anche perché il fiato era corto, ma niente a che vedere con quanto sviluppavo prima dell’incidente. Dopo la prima fase di  riscaldamento sulla cyclette passavo all’ercolina,(cavi) che attaccavo  alla caviglia della gamba infortunata e con i pesi che ho aumentato nel tempo, (5Kg/7 Kg all’inizio e 16 kg negli ultimi giorni) facevo a gamba tesa le estensioni sui quattro lati. 4 serie x 20 ripetizioni. Dopo passavo alla pressa inclinata a 45° e in questo caso siamo partiti con 30kg solo sulla gamba infortunata, per arrivare nel tempo a 60 kg. 5 serie X 20 ripetizioni. Di seguito facevo dei semi squat con la Swiss Ball dietro la schiena, appoggiata ad una colonna, 3 serie x 20 ripetizioni per continuare con le tavolette propriocettive di varie forme e con vari punti di appoggio. Mi esercitavo rimanendo in equilibrio su un solo piede, (gamba operata) o per due minuti in squat/accosciato, spingendo da un piede all’altro su pedana instabile circolare; durissimo! I quadricipiti urlavano vendetta. Poi tornavo a correre sul tapis roulant, ma questo è avvenuto dal mese di marzo  (alternavo il passo alla corsa, partendo da 8 km/h e negli ultimi tempi arrivavo anche a 12 km/h. Facevo 1 minuto al passo e 2 di corsa per 15 minuti. La camminata era fra i 4 e i 6 Km/h con inclinazione a 4°/6°) e solo sul tapis roulant. Su strada ho ricominciato l’altro ieri, (10 giugno) alternando il passo alla corsa per 25 min. e poi passo fino a completare un ‘ora di esercizio, non corro ancora, ovviamente, per un’ora intera e il ginocchio sotto il menisco  mediale operato, ancora “punge” in certi momenti, ma poi passa e il ginocchio è bello asciutto.

Tornando agli esercizi in palestra, dopo la corsa facevo l’ellittica o glidex , con freno a 12 su una scala massima di 25, per 12/15 min senza appoggiare le mani ai sostegni mobili e ritmi di 160/200 per minuto. Finivo con la leg extension, partendo da metà corsa, in modo da non sovraccaricare il neo legamento ed effettuavo vari esercizi di potenziamento del vasto mediale e vasto laterale, con contrazioni di vario tipo.  4 serie da 20 ripetizioni con 15 kg. Poi stretching e ghiaccio e per finire un bel massaggio!

Tempi di allenamento tutto compreso, circa due ore e mezza, mentre in piscina i tempi di esercizio erano inferiori, circa un ora e mezza.

A casa mi allenavo con il P90X nel pomeriggio per tre volte a settimana e il mio ortopedico visto come stavo progredendo mi ha detto che potevo cominciare ad allenarmi da solo e di non andare più a Villa Stuart. Quindi ho ricominciato ad uscire in Mountain Bike (MTB), ma il 15 maggio scorso, sono caduto fratturandomi il gomito sinistro, per l’esattezza il capitello radiale. Sempre a sinistra. Non contento, durante il periodo di immobilizzazione totale che è avvenuto tramite tutore Donjoy, si è formata una tromboflebite venosa superficiale (per fortuna) nella vena mediale del gomito sull’avambraccio e ora sto prendendo forti dosi di eparina (clexane 8.000 U.I. X 2 al giorno). Questi due incidenti, naturalmente hanno rallentato completamente i miei tempi di recupero, perché adesso oltre alla gamba sono infortunato anche nel braccio. Ho continuato ad allenare gli addominali e a fare quello che potevo con il braccio destro. Ad oggi ho ancora dolore, ma da due giorni ho ricominciato ad uscire in MTB e a corricchiare, con le dovute attenzioni. Fermo ancora con i pesi, intanto potenzio le gambe e sabato farò le radiografie di controllo per vedere se la frattura si è saldata correttamente. Porto poi un bracciale compressore per la circolazione sanguigna nel braccio sinistro e spero di riuscire a recuperare la vena. Anche perché nel mese di aprile di trombosi ne ho avuta un’altra, sempre nel braccio sinistro, sempre superficiale nella vena cefalica del bicipite sinistro  e avevo già preso clexane (8.000 U.I. x 2 al giorno) per trenta giorni. Questa tromboflebite si è formata in seguito a una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) con liquido di contrasto e visti i miei trascorsi (l’articolo qui) con le trombosi, si è pensato che abbia qualche problema di coagulazione, ho effettuato uno screening tromboflebitico ed in effetti ho una mutazione genetica dell’ MTHFR – A1298C che è mutato in eterozigosi. Ma sia il C677T che l’omocisteina sono normali e così il fattore V di Leiden e tutti gli altri marcatori. Quindi non sembra una situazione gravissima, ma sono candidato all’assunzione quotidiana di cardioaspirina e a trattamenti anticoagulanti preventivi, in caso di lunghi viaggi in aereo, operazioni chirurgiche o immobilizzazioni degli arti per lunghi periodi. Anche su questo aspetto è bene chiarire perché ogni medico per l’esattezza angiologi, dice la sua e c’è chi dice di prendere la cardioaspirina,chi dice che nel mio caso non serve a nulla, chi dice che avendo l’omocisteina normale, la mia non è una situazione di persona che sviluppa trombosi. Mettetevi d’accordo, qui non parliamo di bastoni da golf, ma della salute di persone.

Rimaniamo in tema con la rieducazione. Il recupero in acqua invece è servito a rieducare il ginocchio senza la forza di gravità che si avverte a secco in palestra e quindi la piscina è una vera manna per chi deve recuperare da un infortunio che ci ha lasciato immobilizzati per un certo periodo. Sia esso un intervento ai legamenti, che alla spalla, anca, gomito, etc. Come ho scritto sopra, ho passato due mesi e mezzo in piscina, al contrario di altri pazienti che avevano cominciato con me, ma dopo il primo mese sono stati dirottati alla sola rieducazione a secco. Pareri discordanti e protocolli differenziati, da medico a medico. E ripeto che sono un atleta e anche in forma, nonostante l’età e ho visto quindi pazienti senza dubbio meno in forma e con muscolatura poco allenata lasciare la piscina anzi tempo. Vedremo nel tempo i risultati.

Il mio ginocchio sta bene e ora sto ritornando piano, piano all’attività normale, farò qui di seguito il punto dopo l’estate, visto che saranno trascorsi otto mesi che per la ricostruzione dell’ LCA con tecnica S+G (Semitendinoso + Gracile) è il tempo per il pieno recupero che si estende fino a due anni per il consolidamento dell’intervento e del neo legamento. La vera prova del nove comunque, l’avrò quando rimetterò gli sci ai piedi, sia per le sensazioni nelle gambe, ma anche per l’aspetto psicologico, visto che scio da sempre e questa volta, mi sono infortunato così gravemente, non facendo allenamento in gigante/super G, ma in una discesa normalissima, in una situazione altrettanto normale e mi chiedo quindi se saprò scendere ancora con la stessa disinvoltura .

Eccoci qui, gli sci sono stati rimessi ai piedi durante le scorse vacanze Natalizie e problemi non ne ho avuti. Non ho fatto allenamenti o altro, ma le curve le ho tirate come al solito, senza esagerare e per brevi tratti, ma come potete vedere dalla foto pubblicata qui sotto, sembra tutto normale. La mia stagione invernale per quest’anno si limiterà ad un’altra uscita durante le prossime vacanze Pasquali, neve permettendo e basta. Sono tornato a giocare a golf a tempo pieno e non ho voglia di rischiare altri infortuni ora che la stagione entra nel pieno e quindi, anche se a malincuore non ho fatto uscite con lo sci club , né settimane bianche di allenamento e per quest’anno va bene così. Ora parliamo un po’ della rieducazione vera e propria.

Piero Crans Montana 2015
Piero Gennaio 2015 – Clicca sull’immagine per Ingrandire

Il ginocchio a tredici mesi di distanza dall’intervento, si presenta in buono stato, non è gonfio, né si gonfiava dopo allenamenti di running o durante gli squat con carichi medio pesanti, né durante l’attività sciistica che ho svolto senza l’ausilio di tutori e questo è buono. L’unica nota che stona è invece un rumore di click-  clack, che sembra provenire da sotto la rotula e che prima non sentivo, almeno non in maniera così marcata. La sensazione è proprio come se tibia e femore slittassero una sopra l’altro e andassero ad incastrarsi; non  c’è dolore e non avviene sempre, lo sento di più quando distendo e quindi, visto che gioco a golf, lo sento durante il passaggio impatto/finish e anche quando in campo cammino su pendii non in piano. Ho segnalato la cosa agli ortopedici, ma dicono che sia normale e la tenuta/lassità dei legamenti alle varie prove manuali è buona e come ho scritto sopra non ho problemi di sorta, ma questo click- clack prima non c’era.

Ad oggi faccio ancora fatica ad arrivare a toccare con i talloni i glutei, o meglio con la sola gamba destra che è quella sana, arrivo senza alcun problema e vado anche oltre, mentre se provo ad inginocchiarmi e ad abbassare i glutei verso i talloni, all’inizio sento sia tirare che un leggero dolore e mano/mano che si scalda mi avvicino sempre di più, ma non tocco ancora completamente. Peggio succede da in piedi quando afferro il  piede sinistro con la mano e provo a tirarlo verso il gluteo. Devo inchinarmi in avanti per prendere il collo del piede e subito c’è resistenza per poi piano, piano cominciare a cedere e arrivare vicino al gluteo, ma anche in questo caso manca ancora un pochino. Va molto meglio rispetto a qualche tempo fa e probabilmente le cose miglioreranno ulteriormente nei mesi seguenti, ma al momento è così.

Concludendo, sto rifacendo tutto, senza grossi problemi, alleno le gambe facendo squatdeadlift  e leg extension, oltre a correre, andare in bici e tutte le normali attività compresi balzi e cambiamenti di direzione veloci, ma il ginocchio non è più sicuramente quello di una volta. Inoltre va considerato anche che non ho avuto solamente l’intervento al crociato anteriore e menisco mediale, ma avevo lesioni anche agli altri legamenti e al piatto tibiale, ma non avendo il ginocchio che si gonfia né altri dolori forti, la situazione non è malvagia, salvo quel click – clack che spero in futuro non si riveli come processo degenerativo delle cartilagini e di non sviluppare artrosi del ginocchio, anche perché essendo sportivo, non posso dire di lasciarlo inattivo. Quindi a chi si trova nella stessa situazione, raccomando di eseguire la fisioterapia post intervento con la massima diligenza e impegno e di protrarla il più a lungo possibile, così come il potenziamento di tutti i muscoli della gamba che aiuteranno a supportare meglio l’attività del ginocchio e tutto tornerà in molti casi come prima o molto vicino a prima. E questo ve lo dice uno che non è nemmeno più giovanissimo!

In bocca al lupo per tutto!

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5 commenti su “Rieducazione Del Ginocchio Dopo Operazione Di Ricostruzione LCA – La Mia Esperienza”

  1. Ciao Piero,

    mi chiamo Umberto, ho letto il tuo resoconto. Nella fase dell’incidente e un pò anche la storia pregressa (e più o meno anche nell’età) mi ci sono rivisto.
    Eh si…gli incidenti capitano quando meno te lo aspetti…ovvero quando ti distrai….nella mia attività di sciatore (dilettante) ho avuto due momenti di distrazione che mi sono costati altrettanti crociati. Prima il sx poi il dx.
    C’è da dire che i corciati erano già molto sfilacciati in seguito a varie cadute dalla moto, molta atletica anche a buon livello(un pò tutte le specialità), calcio, basket, pallavolo e molto altro…
    Ho notato che però le cadute si sono verificate quando portavo sci da gara. Uno spettacolo usarli, ma a patto di non concedersi alcun momento di distrazione. Ma siccome sono un pò coglione ho inforcato gli sci dopo 800 km alla guida, dopo aver dormito poco e altro ancora…la mattina dopo ero fuso, ma pensavo che sarebbe andata bene. Nevaccia sparata manto nevoso insidioso….ma io parto senza pensarci. Curve perfette. Mi fermo. Riparto e trak….capisco subito cosa è accaduto. Rosico, ma ormai è andata. Scendo con un solo sci fino a valle (pista non molto ripida) e poi il calvario del viaggio di ritorno.
    Fatto l’intervento con semitendinoso dopo 2 mesi dall’incidente. Ora ne sono passati altri 2…non ho fatto molta fisioterapia, per vari motivi. Tempo, soldi, no assicurazione.
    Vedendo quello che hai fatto tu mi sento pure un pò in difetto, ma non ho alternative. Premetto che ho ripreso a caricare solo un mese fa. Avevo un problema al condilo femorale mediale. Ora cammino bene, no dolore, poggio bene il piede. Mi rimangono 10 cm per la accosciata completa. Cosa che non riesco a fare perchè ho ancora un pò di liquido nella articolazione.
    Faccio Cyclette, nuoto e cammino. 5/6 sedute di fisio dove mi hanno detto che non ho problemi di errore nell’appoggio.
    Il muscolo sta riprendendo bene…la estensione pure va bene…
    L’unica cosa che noto è un pò di liquido nel ginocchio…ti chiedo secondo te quando verrà assorbito del tutto?
    Mi obietterai che essendomi rotto l’altro crociato dovrei ricordare qualcosa…ma non è così…zero assoluto…so solo che dopo 8 mesi ripresi a sciare (passo gardena per intenderci). Ma allora mi operarono con il rotuleo…niente a che vedere….allora sentivo tutta la instabilità di questo mondo….oggi con il semitendinoso mi sembra di avere il ginocchio come prima….l’unica cosa che mi infastidisce è un pò di liquido sinoviale nell’articolazione e sotto la rotula….cosa potrei fare secondo te….senza ricorrere al fiso?
    Grazie.
    ciao

    1. Ciao Umberto,
      Grazie per il tuo commento. Mi chiedi un parere da medico e io non sono un medico ed inoltre a distanza senza conoscere esattamente i fatti e la situazione dentro il tuo ginocchio. Io come hai potuto leggere mi sono infortunato al crociato anteriore una sola volta nella vita fino ad oggi e l’operazione subita è stata con il ST + Gracile e a detta di tutti permette una ripresa migliore. Quindi, fermo restando la tua situazione di partenza, chi ti ha operato e la rieducazione da te effettuata, dovresti avere una ripresa simile alla mia, ma purtroppo sappiamo che non siamo tutti uguali. Cercherei di capire qual è la causa di questo versamento, presumo che dopo 4 mesi dall’intervento dopo ogni seduta di fisio e carichi e anche corsa e bici se la fai,(ma mi dici che cammini e fai solo cyclette) applicherai il ghiaccio. Io a 4 mesi avevo ricominciato a correre e ad uscire in MTB, peccato che mi sono cappottato in bici e mi sono fratturato il gomito. Comunque il ginocchio a 4 mesi non piegava ancora così come piega oggi e arrivava a fatica a 5/10 cm dal gluteo e all’inizio faceva pure male. A freddo fa male ancora oggi a 16 mesi dall’intervento, ma sempre di meno e sto arrivando da subito a toccare il gluteo, ma sempre a freddo sento tirare sotto il menisco mediale. Ma anche qui , sempre di meno e mano, mano che si scalda progredisce sempre meglio.
      Quindi, senza affrettare i tempi, continuerei la fisio, in acqua oramai diciamo che non ne hai bisogno, piuttosto attento se nuoti ad evitare la rana, ma visto che vai in piscina, esercizi di mobilità e stretching in acqua sono il massimo per la rieducazione. Il liquido vedrai che piano, piano si assorbirà, vai di ghiaccio e porta avanti la fisio più che puoi e il potenziamento del quadricipite e adduttori….vai un po’ più calmo con il bicipite femorale e non forzare i tempi, non fai il calciatore professionista. Poi, in ultimo visto che mi dici di non ricorrere alla fisio, ti dico che fisio puoi farla anche da solo, sull’esperienza di quella che hai già fatto, comperati una tavoletta propiocettiva fai squat a corpo libero e/o con la swiss ball. Mantieni l’estensione che è cruciale e se non hai problemi sei già avanti e il piegamento se ci lavori arriverà, sempre gradualmente. Se c’è liquido sinoviale è normale, fai bici e/o cyclette senza sottoporlo a sforzo ,fai girare il ginocchio sui pedali con poco carico e vedrai che il liquido tenderà a riassorbirsi…poi ghiaccio….fai più bici che corsa e se corsa sarà su terreni morbidi, in piano e a ritmo lento, ma vai in bici e fai girare il ginocchio. Questo è quello che ho fatto io e mi sento di dirti.
      In bocca al lupo
      Piero

  2. Si è vero non sei un medico ma mia nonna mi diceva “vai dal patito e non dal saputo”….come fa un medico che non ha mai avuto un infortunio al ginocchio sapere più di noi infprtunati quali sono le sensazioni più esatte?….ad esempio una cosa che mi ha fatto passare il dolore al ginocchio sono state un paio di sedute di tecar terapia…eppure l’ortopedico mi aveva detto che era controproducente….ho capito che mi occorreva del calore perchè notavo che dopo la doccia calda mi si riduceva il dolore al ginocchio.
    Vabè…forse prima mi sono espresso male…sono passati 2 mesi dall’intervento…comunque seguirò i tuoi preziosi consigli….perchè solo tra infortunati ci possiamo capire.
    grazie della risposta
    ciao

    1. Sicuramente io posso portare la mia esperienza, ma non posso darti consigli su cosa sia giusto fare. Così come ci sono medici e medici; non sono tutti “armchair doctors”. Ad esempio la Tecar hai ragione è ottima e lavora sul metabolismo e sicuramente anticipa i tempi di guarigione insieme a certi tipi di laser nella patologia del legamento crociato, ma non è corretto dare terapie anche se sappiamo che a noi hanno fatto bene. Se sei solo a due mesi dall’intervento quindi anche il liquido sinoviale è normale che ci sia e ti dico che se pedali in cyclette con freno massimo a 4 per 20 min fai solo che bene e vedrai che il liquido si riassorbirà, a meno che non ci siano altre “cose” che non so.E poi ghiaccio, sempre a più riprese durante il giorno. Quindi tutto bene e quello che ho fatto l’ho scritto nei due articoli e anche il click-clack che menzionavo alla fine di questo articolo non c’è più, va sempre meglio e auguro anche a te di recuperare completamente.

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