Bounce: Guardiamolo meglio…

Titolo: Bounce: Guardiamolo meglio…

Autore: Piero Maina

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Stavo ascoltando su Sky lo scorso week end la telecronaca di Silvio Grappasonni che raccontava fra i vari aneddoti, il fatto che molti giocatori, fra cui anche dilettanti di alto livello, e alcuni professionisti aggiungo io, quando parlano di bounce dei wedges non sanno minimamente di cosa si tratta e qual è la sua funzione. Avevo già deciso di scrivere un articolo per questa caratteristica dei bastoni da golf e ancor di più dopo che mi è stato ricordato durante la trasmissione.

Senza voler fare un articolo troppo tecnico, diciamo che l’ angolo di bounce dei ferri è definito come l’angolo misurato in gradi che viene a crearsi quando la parte posteriore della suola è più bassa rispetto a quella anteriore. Maggiore è questo angolo e maggiore sarà quindi il bounce di quel bastone e per i giocatori che fanno fatica ad uscire dalla sabbia, soprattutto quando quest’ultima sarà abbondante e polverosa, questa caratteristica della suola del bastone sarà di grande aiuto per non rimanere con la palla in bunker.

Va detto che il bounce può non essere presente su tutti i ferri o addirittura essere negativo, ma sarà minore su i ferri lunghi e maggiore via,via che saliremo di numero pur non arrivando alle gradazioni che ritroveremo su i wedges. I gradi di bounce di un PW (Pitching Wedge) e di un GW (Gap Wedge), sono mediamente compresi fra 2° e 5°, quelli del SW (Sand Wedge) fra 8° e 14° e quelli del  LW (Lob Wedge) fra 4° e 8°. Le presenti specifiche si intendono solo a scopo rappresentativo e sono la media dei Wedges venduti maggiormente sul mercato, ciò non toglie che possano essercene anche altri con gradazioni e caratteristiche diverse.

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Per verificare l’angolo di bounce come sopra esposto, basta mettere le suole di un wedge o ferro su un piano come può essere un tavolo e vedrete che quando le appoggerete in posizione di gioco, la prima parte che toccherà la superficie sarà la parte posteriore detta anche “trailing edge” lasciando il “leading edge” ( angolo anteriore che raccorda la faccia alla suola) alzato da terra. Naturalmente su un ferro-3 l’ angolo di bounce sarà veramente minimo o nullo e in certi casi (soprattutto se avremo modificato l’angolo di loft rafforzandolo) addirittura negativo, ma quando arriverete ai fatidici wedges la cosa sarà molto probabilmente più marcata.

Bisogna guardare l’angolo di bounce insieme al tipo di suola del bastone che andremo ad utilizzare, per questo i wedges che troviamo sul mercato hanno caratteristiche a se con suole più o meno larghe e con raggi/curvature che ne determinano usi in situazioni differenti oltre a creare bounce reali differenti rispetto a quanto riportato dalle specifiche. Se giocheremo su terreni fangosi in inverno e rough spugnoso e/o sabbia abbondante il bounce ci aiuterà a districarci meglio da queste situazioni evitandoci di “infilare” troppo il “leading edge” nel terreno/sabbia, ma al contrario quando i colpi verranno eseguiti da terreni duri e/o bunker con poca sabbia o situazioni in cui il bastone farebbe fatica a scavare, va da se che in questi casi una suola più stretta e poco bounce ci farà avere maggior successo e ci eviterà colpi toppati. L’esempio del tavolo che ho fatto sopra per vedere l’angolo di bounce ci fa comprendere cosa succede quando su una superficie liscia e dura si effettua un colpo da golf con un bastone con troppo bounce e magari anche magnificato da una suola più larga e un angolo anteriore più spesso, il bounce rimbalza, facendo venire a contatto con la palla non la faccia del bastone, ma l’angolo anteriore della suola che topperebbe la palla non facendola alzare. Di converso se il terreno sarà morbido e utilizzeremo un wedge dalla suola stretta e poco bounce, sarà probabile che se non “lavoreremo” il colpo e le nostre abilità golfistiche sono mediocri,  il leading edge si conficcherà nel terreno e produrremo una flappa. Il bounce appunto, come dice il suo nome, rimbalza; rimbalzare, questo è lo scopo del bounce. La sua funzione è quella di non fare infilare l’angolo anteriore della faccia nel terreno/sabbia, ma di farlo scivolare al di sotto di essa operando come un ascensore e ci aiuterà a far uscire la palla dal bunker .

Non fate però l’errore di credere che il solo angolo di bounce determini la faciltà di uso del wedge in questione. La correlazione richiede un analisi più attenta che coinvolge più fattori e naturalmente anche l’abilità del giocatore che utilizzerà quel bastone e non ultimo anche la situazione di gioco dove verrà effettuato il colpo. Inoltre il wedge può venire giocato anche con la faccia aperta e sempre a causa del bounce e della larghezza/raggio della suola, il leading edge si alzerà ulteriormente rispetto al terreno causandoci nuove problematiche.

Va detto che quando le capacità del golfista, soprattutto dal bunker sono mediocri, la scelta dovrebbe orientarsi verso wedge con un bounce

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“effettivo” più generoso. Come si fa a capire qual è il bounce “effettivo”? Ralph Maltby, noto clubfitter e  fondatore della GolfWorks ha sviluppato un metodo che dal punto di vista della fisica ci fa capire che il solo angolo di bounce non basta a determinare il suo grado di facilità per uscire dal bunker in certe condizioni di lie/sabbia. E qui entreremmo troppo nel tecnico, ma ho ricostruito una slide qui a fianco che mostra la teoria di Maltby. Per calcolarlo bisogna prima effettuare delle misurazioni con strumenti appositi a partire dal bounce reale, ma anche la larghezza della suola e il suo raggio, l’altezza del “leading edge” dal suolo e del suo raggio. L’area al di sotto della suola che si verrà a creare fra il punto di contatto della suola con il punto di contatto ipotetico del “leading edge”, determinerà la grandezza del bounce “effettivo”. Questo a ricordare che fra due SW di 56° di loft con bounce reale, uno di 14°  e l’altro di 6°, quello con il bounce reale minore se avrà caratteristiche di suola come sopra indicato avrà un bounce “effettivo” molto più ampio di quello con il bounce reale maggiore e in certe condizioni e per certi giocatori sarà molto più facile da giocare.

Ci sono ancora troppe variabili da considerare e ci vorrebbe un libro, fra offset, onset, face progression, grooves, swingweight/MOI e anche come la suola viene preparata tramite il “grinding”, cioè la levigatura che molti giocatori dei Tour maggiori richiedono per le condizioni particolari di gioco che incontrano che può richiedere anche la rimozione del bounce o la modifica sul suo raggio.

E non dimenticate in caso di modifica del loft dei vostri ferri/wedges, di controllare prima quanti gradi di bounce avete a disposizione prima di “chiudere” gli angoli di loft, in quanto il loft è solidale con l’angolo di bounce. Se i loft verificati corrisponderanno a quelli dichiarati dalla casa costruttrice, anche i gradi di bounce saranno quelli dichiarati.  Di solito se agirete rafforzando di 1° / 2° il vostro angolo di loft, non dovreste incontrare problemi, ma soprattutto sui ferri lunghi dove il bounce è di solito minore, rischiate di trovarvi un bounce negativo e per chi ha un angolo di attacco un po’ troppo verticale (steep) e tenderà ad andare “addosso” alla palla, rischierà di vedere infilare la lama del ferro nel terreno più spesso, ovviamente se “indebolirete” il vostro angolo di loft, il bounce aumenterà di tanti gradi quanto cambierete il loft. Viceversa se modificherete solo l’angolo di lie, non modificherete altro al di fuori del lie. Con il loft invece si modifica sia il bounce che l’offset/face progression.

Avevo iniziato dicendo che non volevo fare un articolo troppo tecnico e quindi terminerò qui aggiungendo che nella scelta di un wedge bisognerà sempre tenere conto di chi sarà il giocatore che dovrà giocare con quel wedge e su quali campi. Riassumendo e tenendo presente che quanto scritto nell’articolo è valido a titolo indicativo e generalizzato, consiglio sempre di verificare con un bravo clubfitter le specifiche dei wedges in questione compresi gli angoli di lie e loft che sono un imperativo.

Buon gioco a tutti!

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